Aspetto dominante del Torneo Cavalleresco è il corteo: 300 abiti prerinascimentali animano la parata, frutto di studi e certosina realizzazione.
Dal 1969 le sartorie rionali hanno compiuto passi da gigante, fino a dar luogo all’Accademia Clementina, dove le ricerche sul modo di vestire di fine ‘400 vengono continuamente aggiornate.
L’ affinamento del gusto, lo studio sempre più ampio delle fonti e delle documentazioni, la lettura dei saggi sulla storia del costume, unita sempre alla minuziosa osservazione delle pitture e delle produzioni plastiche rinascimentali, hanno indotto le sarte locali all’applicazione sempre più rigorosa di un metodo scientifico teso alla riproduzione, quanto più rispondente possibile, del modello prescelto.
Rinascono così la Maddalena del Crivelli di Montefiore dell’Aso, il San Giorgio del polittico di Ascoli Piceno, il Bambino dell’Annunciazione sempre di Ascoli ora alla National Gallery o il San Venanzo del polittico di Camerino ora a Brera, sempre dello stesso autore
Rivive il San Venanzo del Boccati di Belforte del Chienti, o il giovane in corteo e colorato farsetto e calzabraga della predella con l’Adorazione dei Magi ora agli Uffizi di signorelliana memoria o anche l’imperatore Giovanni VI Paleologo del corteo dei Magi affrescato nel palazzo Medici Ricciardi del Gozzoli a Firenze, o le riproduzioni di “studi di costumi” del Pisanello ora al Museo Condè di Chantilly e tanti altri ancora. Figurazioni da Ercole de Roberti, Ghirlandaio, Baldassarre d’Este. Pure estenuanti sono le sedute dalla parrucchiera, delle giovani dame prescelte, per ottenere complicate costruzioni intrecciate, effetti di mosso che diano l’illusione di veder camminare per la piazza, candite ed altere, Simonetta Vespucci, Ginevra d’Este, Ludovica Tornabuoni, o l’incantevole dama del Pollaiolo del Poldi Pezzoli. Nel complesso, il lavoro delle sartorie ha reso l’appuntamento di Servigliano uno tra i più importanti nell’ambito delle feste di rievocazione storica, rappresentandone il “bel costume” l’aspetto più originale, caratterizzante e difficilmente riproducibile. Insomma: un’escursione unica e affascinante nella storia del costume italiano.